Hazard and Risk Assessment Lacinia – H&RA Lacinia

La prosecuzione del progetto Sismicità Potenzialmente innescabile offshore e Tsunami – SPOT denominato Hazard and Risk Assessment – Lacinia “H&RA Lacinia” ha come obiettivo quello di implementare alcuni degli approfondimenti suggeriti dalla Commissione Grandi Rischi dopo il terremoto dell’Emilia del 2012 e le raccomandazioni della Commissione ICHESE nel campo di ricerca della sismicità innescata dalle attività di idrocarburi.

Gli enti coinvolti nel progetto sono Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR, Università di Bologna, EUCENTRE, Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica e Strutturale (ReLUIS) e Ricerca sul Sistema Energtico (RSE).

A seguito dell’analisi a scala nazionale effettuata nell’ambito del progetto SPOT sulle strutture geologiche (faglie sismogeniche e corpi sedimentari) potenzialmente riattivabili, il progetto H&RA Lacinia, condotto tra il 2020 e il 2022, si è concentrato su un caso studio nell’area dell’offshore ionico della Calabria, prospiciente il territorio crotonese.

Anche grazie all’utilizzo dei dati di produzione resi disponibili dall’operatore (Eni), sono state individuate le principali strutture da analizzare (attività svolta da INGV e ISMAR) ed è stata effettuata una valutazione degli scenari di terremoti e tsunami generati dalle strutture riconosciute (attività svolta da INGV e DIFA) con conseguente elaborazione di diversi modelli d’impatto sulla costa (attività svolta da EUCENTRE per gli impatti da terremoto e RELUIS per gli impatti da tsunami).

Infine, mediante la realizzazione di un modello fluidinamico e geomeccanico del giacimento (RSE), sono stati investigati i valori di stress determinati dalle attività di coltivazione e l’eventuale interazione con le faglie identificate.

I risultati ottenuti, descritti nel rapporto finale di progetto, hanno permesso soprattutto di definire una metodologia per lo studio della sismicità potenzialmente innescabile e degli eventuali tsunami connessi in una specifica area off-shore, in cui sia presente una o più piattaforme produttive.

Questa metodologia si è tradotta nell’elaborazione di un documento di Buone Pratiche contenente le azioni che meglio di altre potrebbero essere intraprese per valutare la sicurezza esterna di un impianto off-shore rispetto all’eventualità che le attività svolte possano interagire con i pericoli naturali caratteristici dell’area su cui ricade l’impianto.

Buone Pratiche – Report integrato di fine progetto.