Circolazione di fluidi in zone estensionali e a pieghe e sovrascorrimenti: studio di analoghi onshore per pianificare il monitoraggio offshore

L’obiettivo del progetto che coinvolge il Dipartimento di Scienze della Terra (DTS) dell’Università di Roma La Sapienza e l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG) del CNR è quello di dare seguito al progetto denominato Circolazione di fluidi nelle zone di faglia della Val d’Agri terminato nel 2022. Obiettivo del progetto era quello di studiare nel dettaglio la (paleo)circolazione dei fluidi nei sistemi di faglia dell’area della Val d’Agri e definire i processi fisici e chimici che possono produrre interazioni tra pericolosità naturali (es. eventi sismici) e attività di produzione di idrocarburi.

Il presente progetto, in ottica di poter estendere all’ambiente marino off-shore le metodologie di analisi e monitoraggio sperimentate tra il 2020 e il 2022, ha l’obiettivo di continuare l’esperienza maturata precedentemente utilizzando strutture esposte come analoghi di strutture offshore. L’approfondita conoscenza ed esperienza maturata in vari settori geodinamici onshore sarebbe, infatti, un contributo fondamentale per future sperimentazioni anche in mare. In ambiente marino, infatti, il monitoraggio geochimico avviene tramite l’installazione di sonde multiparametriche posizionate su fondo mare o nel sottosuolo. Tuttavia, l’elevato costo delle sonde e l’incertezza sulla distribuzione delle strutture geologiche che veicolano i fluidi, rende difficile la pianificazione di tale monitoraggio e la valutazione dei risultati. Per ottimizzare il monitoraggio in ambiente offshore è quindi di fondamentale importanza comprendere prima la variabilità spaziale e temporale del flusso dei fluidi. I risultati preliminari del precedente progetto di ricerca hanno permesso di valutare strategie di monitoraggio in ambiente tettonico estensionale, utilizzando come analogo la zona della Val d’Agri. Per quest’area si prevede, nell’ambito di questa convenzione, di proseguire il monitoraggio idrogeochimico delle acque in Val D’Agri.

Altro obiettivo del progetto è quindi di analizzare, oltre all’ambiente tettonico estensionale, anche quello tettonico compressivo allargando gli studi atti a vincolare la (paleo)circolazione dei fluidi, attraverso l’applicazione delle medesime tecniche (studio delle mineralizzazioni lungo faglie, misure del flusso di gas al suolo, monitoraggio di un pozzo, se disponibile, e di sorgenti) a due zone: la fascia pedeappenninica marchigiana a cavallo del Monte Conero o della zona di Cingoli e una faglia di trasferimento presente nella zona di Lecco e/o di Belluno, nel Sudalpino centro-orientale.